etimologia aura aureola alone

Aurea per aura

Aurea è il femminile dell’aggettivo aureo (= d’oro). Se intendete parlare dell’alone di mistero o di venerazione o di innocenza che circonda una persona o un luogo, la parola da usare è aura.

 

 

Aura deriva dal latino (e prima ancora greco) aura, il cui primo significato è “brezza”, “venticello”. L’ha usata Petrarca, anche per un costante gioco di parole (Laura/l’aura: “Erano i capei d’oro a l’aura sparsi”), e la troviamo in una celebre aria del Barbiere di Siviglia di Rossini (“La calunnia è un venticello / un’auretta assai gentile”). Quando parliamo di “aura di sacralità”, più che a un venticello ci riferiamo all’atmosfera che avvolge qualcuno o qualcosa, a un alone che lo circonda (e questo significato figurato esisteva già in latino). La parola aura è stata utilizzata per esempio da Walter Benjamin per indicare la dimensione quasi religiosa dell’opera d’arte originale, prima dell’epoca della sua riproducibilità tecnica. In ogni caso, aurea usato come sostantivo è sempre sbagliato (è solo aggettivo femminile). Può darsi che l’errore – abbastanza comune, nel parlato e nello scritto – nasca dalla somiglianza del concetto di aura con l’aureola che avvolge la testa dei santi. Che potrebbe essere considerata una specie di aura, in effetti, ma che deriva da un diminutivo (latino) dell’aggettivo aureus, “d’oro”. L’aureola in origine era l’aureola corona, una corona d’oro attorno alle teste dei santi; poi il sostantivo è caduto e l’aggettivo si è sostantivato. E qui possiamo aggiungere un’altra parentela di significati: l’aura, come abbiamo visto, è una specie di alone, e alone deriva attraverso il latino dalla parola greca hálos, che significava in origine “aia” (perché le aie erano circolari), e poi il cerchio luminoso attorno al sole. E sapete cosa significa halo in inglese, oltre che alone? Aureola. Ma nulla di tutto ciò vi autorizza a parlare di *aurea di mistero

2 Commenti
  • Adriana Pellegrini
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    Grazie. Estremamente esauriente. Purtroppo in pochi giorni ho avuto occasione di notare come la parola sia stata usata nella forma errata da un giornalista in un talk show televisivo e in un libro che stavo leggendo, sobbalzando entrambe le volte. Ora ho la certezza che avevo ragione.

    29 agosto 2019 at 14:38

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