Caro Massimo,
ho sentito l’intervista su Radio3 e una cosa devo dire immediatamente: ma perché di questi argomenti non se ne parla di più, cercando di raggiungere un pubblico il più vasto possibile?
Purtroppo le cose utili a tutti spesso rimangono di nicchia, e nelle televisioni vengono proposte in genere a orari impossibili.
Si continua forse a pensare che l’italiano medio desideri solo distrarsi con tanta cattiva televisione che purtroppo è una innegabile realtà.
Io insegno nella scuola primaria e sento forte il desiderio delle famiglie che i figli si appassionino o addirittura si innamorino della lettura, talvolta quasi sperano nell’indicazione di una strada certa e infallibile.
Beh… io condivido il tuo intervento in radio. La lettura non va calata dall’alto o imposta, non va associata (quasi binomi indissolubile) alla scuola. La lettura dovrebbe essere la scoperta di un piacere da non lasciare più. Quindi da prestissimo, dalla scuola dell’infanzia e poi dalla primaria, deve essere coltivata. Giustissimo quando dici è il “modo” in cui un insegnante legge e “costruisce” il piacere di leggere. Il top poi quando prepara questa cosa magica che è l’incontro con l’autore. Io, nel mio piccolissimo, ne vanto due e sono state esperienze straordinarie! Giusto ancora il tuo auspicarla come “attività quotidiana”, almeno ciò trova molto conforto nella mia attività a scuola. Pochi ingredienti che possono favorire l’aumento del popolo dei lettori e diminuire il nostro dispiacere quando ci indicano nel fanalino di coda fra i paesi europei.
Il suggerimento del professor Fillioley mi sembra ottimo per quella che io definirei “fase 2”: giunti alle medie come amanti della buona lettura, la classica Antologia diventa davvero uno scrigno di tesori e perle da scoprire. Se ci si arriva a digiuno di allenamento però, il solo trovarsi davanti magari “I sepolcri” o “La ginestra” con tutto l’apparato di commenti , note e approfondimenti potrebbe per un adolescente essere motivo di grande malessere! Mi sono dilungata e ti chiedo scusa, ma è appena terminata la settimana di “Libriamoci” e mi sembrava doveroso da parte di noi insegnanti trarre spunto dai dibattiti degli esperti per riflettere su ciò che è nostro dovere migliorare per il bene (ci proviamo!!!) dei ragazzi.
Grazie!!!!
Credo che conti soprattutto l’esempio, come in moltissime cose. Se i ragazzi vedono insegnanti che leggono regolarmente, che parlano delle loro esperienze di letture, che dimostrano nei fatti di considerare la lettura un’attività appagante, saranno spinti a fare altrettanto senza sentirsi obbligati. Anche le attività legate alla lettura dovrebbero essere separate rispetto ai “compiti”: uno dei problemi delle antologie (delle medie e delle superiori) è che spesso i brani sono soffocati da analisi e commenti troppo invasivi, che intaccano proprio il piacere della lettura.
La lingua parlata non è altro che il risultato di ignoranza stratificata. Un primo ignorant è ha detto , alla tv o alla radio , “piuttosto che” col significato – errato- di ” oppure- o …” . In seguito un altro somaro ha ripetuto l’errore e oramai dilaga questa espressione col significato errato che diventerà, fra poco, lingua parlata ! Viva l’ignoranza! Ma anche quello che io ora ho utilizzato è un lingual goo frutti di …ignoranza stratificata
Possiamo tranquillamente dire che l’italiano è il frutto del latino parlato dagli ignoranti… Sul passaggio dall’“errore” all’accettazione dell’errore avevo scritto quest’articolo: http://www.grammaland.it/un-errore-smette-un-errore/
Gentile e bravo Massimo , ti terrò presente per segnalarti quale possibile relatore ( sempre che la cosa sia di tuo gradimento ) in occasione di una conferenza sul tema della “lingua parlata” ecc , presso l’associazione culturale Giosuè Carducci , di Como ( la conosci ? ) . Personalmente ritengo esaltante il ruolo e il compito degli insegnanti , dai maestri elementari fino ai docenti universitari e ho gioia nel vedere quanti sono i tuoi colleghi che abbracciano questa professione con grande dedizione e forte spirito , con la consapevolezza di svolgere una altissima funzione sociale . Renato Papa
Sì, mi interessa ma parliamone (per tempi e modi). Io però non sono un insegnante (e anch’io apprezzo moltissimo gli insegnanti appassionati, e sono convinto della loro fondamentale funzione sociale).
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Stefania Zitella
Caro Massimo,
ho sentito l’intervista su Radio3 e una cosa devo dire immediatamente: ma perché di questi argomenti non se ne parla di più, cercando di raggiungere un pubblico il più vasto possibile?
Purtroppo le cose utili a tutti spesso rimangono di nicchia, e nelle televisioni vengono proposte in genere a orari impossibili.
Si continua forse a pensare che l’italiano medio desideri solo distrarsi con tanta cattiva televisione che purtroppo è una innegabile realtà.
Io insegno nella scuola primaria e sento forte il desiderio delle famiglie che i figli si appassionino o addirittura si innamorino della lettura, talvolta quasi sperano nell’indicazione di una strada certa e infallibile.
Beh… io condivido il tuo intervento in radio. La lettura non va calata dall’alto o imposta, non va associata (quasi binomi indissolubile) alla scuola. La lettura dovrebbe essere la scoperta di un piacere da non lasciare più. Quindi da prestissimo, dalla scuola dell’infanzia e poi dalla primaria, deve essere coltivata. Giustissimo quando dici è il “modo” in cui un insegnante legge e “costruisce” il piacere di leggere. Il top poi quando prepara questa cosa magica che è l’incontro con l’autore. Io, nel mio piccolissimo, ne vanto due e sono state esperienze straordinarie! Giusto ancora il tuo auspicarla come “attività quotidiana”, almeno ciò trova molto conforto nella mia attività a scuola. Pochi ingredienti che possono favorire l’aumento del popolo dei lettori e diminuire il nostro dispiacere quando ci indicano nel fanalino di coda fra i paesi europei.
Il suggerimento del professor Fillioley mi sembra ottimo per quella che io definirei “fase 2”: giunti alle medie come amanti della buona lettura, la classica Antologia diventa davvero uno scrigno di tesori e perle da scoprire. Se ci si arriva a digiuno di allenamento però, il solo trovarsi davanti magari “I sepolcri” o “La ginestra” con tutto l’apparato di commenti , note e approfondimenti potrebbe per un adolescente essere motivo di grande malessere! Mi sono dilungata e ti chiedo scusa, ma è appena terminata la settimana di “Libriamoci” e mi sembrava doveroso da parte di noi insegnanti trarre spunto dai dibattiti degli esperti per riflettere su ciò che è nostro dovere migliorare per il bene (ci proviamo!!!) dei ragazzi.
Grazie!!!!
Massimo Birattari
Credo che conti soprattutto l’esempio, come in moltissime cose. Se i ragazzi vedono insegnanti che leggono regolarmente, che parlano delle loro esperienze di letture, che dimostrano nei fatti di considerare la lettura un’attività appagante, saranno spinti a fare altrettanto senza sentirsi obbligati. Anche le attività legate alla lettura dovrebbero essere separate rispetto ai “compiti”: uno dei problemi delle antologie (delle medie e delle superiori) è che spesso i brani sono soffocati da analisi e commenti troppo invasivi, che intaccano proprio il piacere della lettura.
Renato Papa
La lingua parlata non è altro che il risultato di ignoranza stratificata. Un primo ignorant è ha detto , alla tv o alla radio , “piuttosto che” col significato – errato- di ” oppure- o …” . In seguito un altro somaro ha ripetuto l’errore e oramai dilaga questa espressione col significato errato che diventerà, fra poco, lingua parlata ! Viva l’ignoranza! Ma anche quello che io ora ho utilizzato è un lingual goo frutti di …ignoranza stratificata
Massimo Birattari
Possiamo tranquillamente dire che l’italiano è il frutto del latino parlato dagli ignoranti… Sul passaggio dall’“errore” all’accettazione dell’errore avevo scritto quest’articolo: http://www.grammaland.it/un-errore-smette-un-errore/
renato papa
Gentile e bravo Massimo , ti terrò presente per segnalarti quale possibile relatore ( sempre che la cosa sia di tuo gradimento ) in occasione di una conferenza sul tema della “lingua parlata” ecc , presso l’associazione culturale Giosuè Carducci , di Como ( la conosci ? ) . Personalmente ritengo esaltante il ruolo e il compito degli insegnanti , dai maestri elementari fino ai docenti universitari e ho gioia nel vedere quanti sono i tuoi colleghi che abbracciano questa professione con grande dedizione e forte spirito , con la consapevolezza di svolgere una altissima funzione sociale . Renato Papa
Massimo Birattari
Sì, mi interessa ma parliamone (per tempi e modi). Io però non sono un insegnante (e anch’io apprezzo moltissimo gli insegnanti appassionati, e sono convinto della loro fondamentale funzione sociale).