Fantasie, quasi sonate 3

Il terzo racconto del mio libretto si intitola L’angelo sterminatore ed è una specie di mini-super-opera psichedelica: un cavaliere di nome Mirco, recluso più o meno volontariamente in una mansarda-castello, sente le voci e fa cantare cose e persone.
 L'angelo sterminatore playlist New Press edizioni

 

 

 

L’ANGELO STERMINATORE

 

[…]

Stordito dalla fame e dal profumo del limone e del timo, il cavaliere brandisce la forchetta, pronto ad arrotolare spaghetti bruniti d’acciuga, quando un rimbombo di bellici oricalchi lo fa sobbalzare. Come diavolo si cambia la stramaledetta suoneria del videocitofono? pensa abbandonando la forchetta ritta nel piatto come una spada nella roccia. Il piccolo schermo accanto alla porta mostra una faccia deformata dal grandangolo.

Dai confin d’Etiopia un Messaggero

dianzi giungea; gravi fardelli ei reca.

Ci piaccia aprirgli… Il Messagger s’avanzi!

Mentre preme i bottoni che comandano il portone esterno e quello della scala, il cavaliere sente una voce martellargli la mente.

O Macbetto! Macbetto! Macbetto!

Dal dropletto ti guarda prudente.

Prudentissimo, allunga una mano in cerca dell’elmo. Non lo trova, ma afferra una mascherina e una visiera di plexiglas e provvede a bardarsi. Sente il rumore delle porte dell’ascensore e dallo spioncino vede arrivare sul pianerottolo prima due scatole di cartone e poi due sacchetti gialli. Quando apre con cautela la porta, Mirco si trova davanti, a rispettosa distanza, il Messaggero che allungando un braccio e arretrando il busto gli porge uno scontrino. Balbetta qualcosa che sembra un tentativo di giustificazione preventiva.

Il sacro suolo dell’Egitto è invaso

dai barbari Etiopi. I nostri campi

fur devastati… arse le messi…

«Immagino che dieci euro per tre carciofi siano la logica conseguenza delle devastazioni degli Etiopi» dice il cavaliere scorrendo le voci dello scontrino. Estrae la carta di credito, sfiora il terminale, traccia uno sgorbio sul display con lo stilo che gli porge la mano guantata del Messaggero, lo congeda e comincia a mettere al sicuro dentro casa le vettovaglie.

L’ultimo sacchetto è più lontano, quasi a metà pianerottolo. Il cavaliere sta per posare il piede sullo zerbino, ma si accorge che se si appende con la mano destra alla maniglia della porta riesce ad arrivare con la sinistra al sacchetto mantenendo le punte dei piedi dentro la soglia. Il sacchetto è più pesante del previsto e rischia di sbilanciarlo, ma grazie a un colpo di reni e a un’acrobatica parabola, le provviste e il loro destinatario si ritrovano al sicuro dentro i confini del castello. La chiave scatta nella toppa.

Dopo aver infilato nel frigorifero gli alimenti deteriorabili, Mirco sta per gettarsi sul piatto di spaghetti, non più così fumante, quando si rende conto con sgomento di aver toccato non solo confezioni rimaste sugli scaffali alla portata di chiunque, ma anche uno stilo passato solo oggi tra chissà quante mani contaminate. Si precipita in bagno, apre il rubinetto e si inonda le mani di sapone.

Una macchia è qui tuttora…

via, ti dico, o maledetta!…

Palmo contro palmo, palmo contro dorso, dita negli incavi tra le dita, pollice destro nel palmo sinistro, pollice sinistro nel palmo destro…

Che n’avvenne?… E mai pulire

queste mani io non saprò?…

Gli spaghetti ormai sono tiepidi, ma il sapore e la fame sono così dirompenti che Mirco non pensa nemmeno per un attimo a riscaldarli. Non ha ancora infilato in bocca la seconda forchettata che la Toccata in re minore lo travolge.

 


 

 

Il racconto L’angelo sterminatore, di cui ho riportato qui una scena verso l’inizio, continua nel libro Fantasie, quasi sonate, New Press Edizioni, 2020. Il titolo proviene dal film di Luis Buñuel, che mi è tornato in mente fin dai primi tempi del lockdown/confinamento/clausura/quarantena (l’avrò visto in una rassegna televisiva di fine anni Settanta, curata di sicuro da Claudio G. Fava). I frammenti d’opera citati provengono due dall’Aida e tre dal Macbeth (i libretti sono di Antonio Ghislanzoni e Francesco Maria Piave; nelle prime due citazioni il testo originale ha subito qualche rimaneggiamento…).

A questo link trovate l’intera playlist di Spotify con la colonna sonora di Fantasie, quasi sonate.

 

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