Strani verbi

Inserisci la forma corretta:
“Mi hanno chiesto di ……………………. il verbale dell’assemblea”.

 

A redarre
B redigere
C redire

 

E a proposito di strani verbi, un’altra domanda: qual è l’infinito di “io sono perplesso”? (Attenzione, pensateci bene, c’è un doppio trabocchetto.)

 

 

forme analogiche redarre redigere redatto redassi perplesso perplimere perplettere

 

Risposta esatta: B. Siccome il participio passato di questo verbo è redatto e il passato remoto è redassi, si potrebbe credere che il modello sia trarre. Per questo è nata la forma redarre, che però è sbagliata. L’infinito corretto è redigere (infatti il presente indicativo fa redigo, redigi, redige, redigiamo, redigete, redigono; l’imperfetto redigevo e così via). Redire è un verbo non comune che veniva usato in poesia e significa (come il verbo latino da cui deriva) “ritornare”, e dunque non c’entra nel nostro contesto.

 

Passiamo adesso alla seconda domanda. Perché dicevo che contiene un doppio trabocchetto? Perché nella frase “io sono perplesso”, perplesso non è un participio, ma un aggettivo (anche se deriva da un participio latino, perplexus). Vista la somiglianza di perplesso con espresso, compresso, oppresso, depresso, è stato inventato (per scherzo, da Corrado Guzzanti in veste di Rokko Smitherson, regista di “filmaggi de paura” nella trasmissione Avanzi con Serena Dandini) il verbo *perplimere, con tutta la sua coniugazione (“questa cosa mi perplime” e così via). È un’invenzione comica, e va benissimo così (tra l’altro, se Guzzanti avesse voluto rispettare l’etimologia avrebbe inventato il verbo *perplettere, dato che in latino perplexus è appunto il participio di perplectere, “intrecciare”).

Dunque *perplimere esiste o no? Qui potete leggere l’opinione di un linguista dell’Accademia della Crusca, che, nel 2003, diceva che comunque i dizionari non l’avevano accolto. Ecco, oggi almeno un dizionario accoglie (pur con l’etichetta scherz.) il verbo perplimere: il Garzanti online, che in effetti è di manica esageratamente larga.

 

Il mio parere è che perplimere vada bene come invenzione comica, e dunque si possa usare solo per scherzo, in un contesto adeguato. Sono molto perplesso quando leggo (come mi è successo più volte) “Mi ha perplesso che nessuno si sia scandalizzato…”. Cioè: se uno scrive “Mi perplime”, è chiaro che sta scherzando; se uno scrive “Mi ha perplesso”, probabilmente non si rende conto che sta usando il verbo perplimere (ma forse sta usando, in maniera etimologicamente corretta, il verbo perplettere…).

 

 

IL QUIZ È TRATTO DA LE CARTE DELLA GRAMMATICA

7 Commenti
  • Germano Giallombardo
    Rispondi

    Ottimo grazie

    15 gennaio 2017 at 12:08
  • Non sapevo tutte queste cose circa “perplesso”… Grazie!

    3 aprile 2017 at 10:56
  • mariarosaria
    Rispondi

    Dovrebbero adottare i suoi testi nelle scuole!

    7 aprile 2017 at 18:37
  • Fabio
    Rispondi

    Molto interessante, grazie. Non conoscevo bene il termine “perplesso” e da ignorante, senza aver mai approfondito, credevo fosse davvero un verbo, invece grazie a lei adesso ne ho conosciuto persino le origini. Ottimo, blog. Complimenti.

    17 aprile 2018 at 13:09
  • Stez Stezic
    Rispondi

    Noto un piccolo refuso nella coniugazione del verbo ‘redigere’ che alla terza persona singolare dovrebbe essere ‘redige’.

    27 novembre 2020 at 4:41

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